Flâneuse

È mattina, sono seduta sul divano della mia nuova casa, ho appena preso un caffè lungo al vetro, caldo e con la schiuma. Fa freddo oggi, ho messo sulle gambe una coperta e sopra ci ho poggiato il computer. Il disco che sto ascoltando è su vinile, dato che Alessandro questo Natale mi ha regalato un giradischi, uno di quelli moderni che puoi collegare alle casse bluetooth (on air Miles Davis - Kind of Blue, side B). E’ un ascolto diverso, la musica sembra più tangibile, è come se rimanesse di più intorno. Seguo questa sorta di rituale di vita lenta tutte le mattine che posso. La vita lenta cerco di tenerla con me tutte le volte che ne ho la possibilità. Lo faccio perché l’ho scelto e perché l’ho capito che è importante. In passato mi sono spesso sentita in colpa per essermi concessa quiete. Non è strano che sia successo in verità, dipende tutto da un dover soddisfare aspettative non tue. Dover performare sempre per produrre, esibire, competere, superare gli altri e superare se stessi. Il ritmo della vita rispetto ogni cosa che dobbiamo o crediamo di voler fare è tutt’altro che lento (per molti va bene che sia così, altri si sentono sopraffatti dai meccanismi di questa società della performance e fortunatamente altri ancora hanno già capito come fare per). Quando sento che per me è troppo chiudo gli occhi e mi immagino altrove. Sono a terra stanca morta ma mi vedo galleggiare, il mare è caldo. Non c’è tempo, non faccio mai in fretta ma non importa, sono su un’isola e tutto è fermo. Ho con me tutto il tempo che serve per sbagliare e per sentire di aver sbagliato bene. Respiro. E cammino senza meta per la città come una flâneuse, mi perdo, seguo le tracce che le strade lasciano per raggiungere l’inaspettato ed ecco di colpo la meraviglia. Siano sempre i miei passi mossi dalla ricerca della meraviglia. E siano sempre le mie aspirazioni mosse dall’etica dell’amore. bell hooks parla di “amore come pratica della libertà”. Dice che scegliere l’amore significa andare contro i sistemi di dominio. Significa scegliere di stare dalla parte degli oppressi, imparare a prendersi cura. Sia sempre l’amore una bussola. Io penso a certi sguardi amorevoli tipo quello di mia nonna quando mi sorride, alle mani piccole dei bambini che mi chiedono aiuto, alla campagna sotto la casa in cui sono cresciuta, al mio cane che corre libero tra l’erba fradicia la mattina e si gira per controllare se sono libera insieme a lui, al sole di agosto e al sapore delle more raccolte da piccola insieme e mia cugina (anima naif). Porto tutto con me. La porto sempre con me la mia bussola. E mentre procedo nel gioco del mondo il confine tra quello che vedo e quello che sono non c’è più.

 

Flâneuse/Home Session

 

TRACKLIST

Isola

Via

Paese

 

Testi e musica di Vudiemme

Home recording, gennaio 23

 

di recente ho avuto il piacere di leggere:

“Love as the practice of freedom” bell hooks

“Tutto sull’amore” bell hooks

"Questo immenso non sapere" Chandra Candiani

“La società della performance” Colamedici, Gancitano

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